Molte persone soffrono frequentemente o sporadicamente di cattiva digestione, riscontrando fastidiosi disagi nella vita di tutti i giorni. Ma cosa si intende esattamente con «cattiva digestione» e quali sono i sintomi che dovrebbero farci pensare a disturbi digestivi?

Cosa significa «cattiva digestione», i segnali e le cause

Dispepsia è il termine corretto per indicare la cattiva digestione. Capiamo tutto su questa condizione.

Focus sulla dispepsia: cosa vuol dire?

Dispepsia è il termine scientifico impiegato per indicare una cattiva digestione. Diversi studi mostrano che una parte considerevole di popolazione soffre di dolori cronici e ricorrenti localizzati nella regione epigastrica o nello stomaco.

Bisogna però distinguere i sintomi derivati dalla cattiva digestione da quelli legati all’indigestione. Quest’ultima, infatti, è uno stato di malessere generale che si presenta seguito all’ingestione di cibo o di un alimento in particolare. Può essere accompagnata da mal di testa, nausea e febbre. Quanto alla cattiva digestione, invece, comporta dolori alla pancia, concentrati a livello dello stomaco e dell’intestino. Possono essere cronici, ossia ricorrenti, o rari.

Alcuni segnali della cattiva digestione

Dolori intestinali, costipazione, diarrea, gonfiore, gas intestinale…Questi disturbi, spesso sintomo di una cattiva digestione, sono localizzati a livello dell’intestino e colpiscono una larga fetta di popolazione. Basti pensare che:

  • Il 14,4% degli italiani dichiara di soffrire di costipazione
  • Il 3,2% degli italiani dichiara di essere soggetto regolarmente a episodi di diarrea.
  • Il 5% degli italiani soffre di sindrome dell’intestino irritabile (SII).

Quali sono le cause della cattiva digestione?

Oltre a malattie croniche e virali o batteriche, come la gastro-enterite, esistono alcune cause più diffuse che influiscono sulla digestione. Tra queste troviamo:

  • un pasto molto abbondante: la sensazione di pancia pesante e le difficoltà nel digerire spesso si presentano a seguito di un pasto ricco di grassi, zuccheri o eccessivamente pesante. Infatti, quando mangiamo alimenti che richiedono particolare sforzo digestivo, il nostro stomaco impiega più tempo a trattare il bolo alimentare. Il tempo per impastare gli alimenti è più lungo e gli enzimi digestivi sono secretati in maggiore quantità per ridurre gli alimenti in poltiglia (il chimo).
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  • Un pasto consumato rapidamente: è il caso tipico del frugale pasto in pausa lavoro. Spesso consumato di fretta, magari in piedi o camminando, senza prestare attenzione al modo in cui lo mangiamo. Ci lanciamo sul cibo, senza masticarlo a sufficienza, con la mente già alla prossima riunione. Un pasto consumato frettolosamente causa spesso difficoltà nella digestione. Gli alimenti non vengono sminuzzati abbastanza dai denti e non viene dato ascolto ai segnali biologici. Quindi, il nostro corpo non ha il tempo di digerire bene.
  • Lo stress: i fattori psicologici hanno un impatto notevole sulla digestione sotto diversi punti di vista. Il sistema digestivo subisce lo stress a causa dell’effetto combinato delle catecolamine e del cortisolo. Questi due ormoni intervengono nel meccanismo dello stress e sono all’origine di reazioni fisiologiche come l’aumento della frequenza cardiaca, del ritmo respiratorio e della tensione arteriosa. Le situazioni di stress cronico possono portare a complicazioni gastrointestinali più ricorrenti. Chi soffre di reflusso gastroesofageo, per esempio, ha un livello di stress e di ansietà più elevato rispetto agli altri4.

Ora che abbiamo indagato le cause all’origine di una cattiva digestione, dedichiamoci ai sintomi che possono influire negativamente sulla nostra quotidianità.

Quali sono i sintomi di una cattiva digestione?

I sintomi di una cattiva digestione si presentano sotto diverse forme. Di seguito le più comuni:

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Pesantezza di stomaco

A seguito di un pasto congeniale alla nostra fame, percepiremo una piacevole sensazione di sazietà. Se però questa sensazione diventa fastidiosa e dura per diverse ore, si tratta di «pesantezza di stomaco». La pancia sembra scoppiare, i pantaloni stringono, non riusciamo più a mangiare e può venirci addirittura un senso di nausea. Questa pesantezza di stomaco può essere dolorosa e causare spossatezza, sonnolenza, o al contrario, difficoltà nel prendere sonno.

Nausea e reflusso

Tra i sintomi di una cattiva digestione possiamo trovare la nausea e il reflusso. Spesso la causa è da ritrovarsi in alimenti specifici (bevande gasate, agrumi, caffè…). In ogni caso, se questi sintomi non sono che sporadici non vi è da preoccuparsi.

Alito cattivo

L’alito cattivo, o alitosi, è il risultato di una proliferazione batterica nella bocca o nel tubo digestivo. Questi batteri « cattivi » amano gli alimenti zuccherati che servono loro per svilupparsi. Consumando cibo ricco di zuccheri, insieme all’assunzione di determinate abitudini (fumo, alcool), l’equilibrio batterico del sistema digestivo5 può essere intaccato e generare la fuoriuscita di gas odorigeni che identifichiamo appunto con l’alito cattivo.

Disturbi intestinali

Diarrea, gonfiore, costipazione e disturbi intestinali (link a « disagio intestinale”) possono essere il risultato di una cattiva digestione. Infatti, se mal digeriti, gli alimenti arrivano nell’intestino non completamente assimilati.

Se i sintomi dovessero persistere per più di 48 ore, vi consigliamo di prendere appuntamento dal medico per accertarvi che non vi sia una malattia alla base dei problemi.

6 consigli per agevolare la digestione

Dopo aver spiegato i sintomi riconducibili a una cattiva digestione è ora il momento di dare qualche utile consiglio per agevolarla al meglio:

  1. Dedica il giusto tempo e le giuste attenzioni ai tuoi pasti. Quindi, siediti comodamente, mastica a sufficienza e concentrati su quello che stai facendo. Mangiare richiede il giusto grado di consapevolezza.
  2. Riduci il consumo di alimenti che possono essere all’origine di problemi di digestione. Siamo tutti più o meno sensibili a determinati alimenti. Tenendo un piccolo diario di alimenti che ci creano difficoltà, potremo individuarli e limitarli nella dieta.
  3. Aggiungi ai tuoi piatti alcune spezie come il cumino e la curcuma, utili a favorire il benessere digestivo. E poi rendono le ricette ancora più saporite!
  4. Integra fibre a sufficienza. Le raccomandazioni dell’  (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) prevedono 30g di fibre al giorno per una dieta equilibrata. Purtroppo al momento, nei Paesi occidentali, se ne consumano decisamente meno. A questo proposito scopri di più sulle fibre alimentari con il nostro articolo: Le fibre che ruolo hanno nella digestione?
  5. Fai una passeggiata digestiva per aiutare il sistema digestivo a mettersi in moto.
  6. Bevi almeno 2 litri di acqua al giorno per aiutare a digerire e facilitare il transito (raccomandazione EFSA10).

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Fonti

1 Infographie étude Danone (septembre 2022)

2 https://www.bmj.com/content/337/bmj.a1400.extract

3 Qu’est-ce que la crise de foie ? – Sciences et Avenir

4 Association Between Anxiety and Depression and Gastroesophageal Reflux Disease: Results From a Large Cross-sectional Study

5 A review of the current literature on aetiology and measurement methods of halitosis

6 Efficacy of a fixed peppermint oil/caraway oil combination in non-ulcer dyspepsia

7 Cynarae folium | European Medicines Agency

Randomized double blind study of Curcuma domestica Val. for dyspepsia

9 Scientific Opinion on Dietary Reference Values for carbohydrates and dietary fibre – – 2010 – EFSA Journal – Wiley Online Library

10 Valeurs nutritionnelles de référence | EFSA