Caratteristiche e vantaggi derivanti dall’utilizzo del frutto dal gusto tropicale
Nel nostro immaginario il cocco è un frutto esotico associato all’estate, al “cocco bello” in spiaggia, oppure a un immaginario tropicale in cui comode amache vengono legate a due tronchi di palma. Il cocco, in effetti, è proprio il frutto di un tipo di palma (Cocos nucifera) ad alto fusto, che ha origine nelle isole tropicali del Sud-est asiatico, dalle Filippine all’India, all’Indonesia (che ne è il maggior produttore al mondo). È una pianta che ha bisogno di suoli umidi, sabbiosi e ben drenati e si adatta bene alle zone costiere. Il nome “cocco” deriva dalla parola portoghese coco, che significa testa, e fu dato a questo frutto dai marinai al seguito del celebre esploratore Vasco da Gama.
Ne esistono circa 80 varietà conosciute, tutte accomunate dalla presenza dei caratteristici frutti che si presentano come grosse drupe di circa 1 kg di peso. Il guscio legnoso e duro presenta di solito 3 “occhi”, ovvero pori di spessore minore rispetto al resto del guscio: la loro forma quasi antropomorfa ha ispirato ad esempio alcuni celebri dipinti della pittrice messicana Frida Kahlo. Dalle fibre della pianta (fusto, fronde ma anche il guscio del frutto) si ricavano anche materiali per la tessitura e per l’intreccio, oltre che legname per la produzione di mobili.
Ed è anche vero che si tratta di un frutto particolarmente rinfrescante e nutriente, dal profumo inconfondibile, adatto alle torride giornate estive. Come vedremo, il suo consumo non è limitato soltanto alla polpa della noce, ma a diverse altre parti: da qualche tempo è diventato un importante ingrediente in cucina, sia per chi segue diete specifiche, sia per chi è semplicemente attratto dal suo dolce sapore.
Non solo: le sue preziose qualità ne fanno un alleato della nostra salute, ma anche della nostra bellezza. Ecco come possiamo sfruttare al massimo i benefici di questo prodotto.
Caratteristiche nutrizionali del cocco
La parte edibile del cocco (guscio escluso, quindi) è un’ottima fonte naturale di energia avendo un moderato introito calorico: 100 g apportano circa 364 calorie, suddivise tra lipidi (86%), carboidrati (10%) e proteine (4%). In particolare, i lipidi contenuti nel cocco sono prevalentemente grassi saturi e in particolare acido laurico, un acido grasso a catena media che ha la capacità di aumentare i livelli di colesterolo “buono” (HDL) nel sangue.
L’acido laurico, infatti, va ad aumentare il colesterolo totale nel sangue in maniera più marcata rispetto ad altri acidi grassi, ma trattandosi soprattutto lipoproteine ad alta densità (HDL), diversi studi hanno concluso che questa sostanza ha un effetto più favorevole sul colesterolo HDL totale rispetto a qualsiasi altro acido grasso. Questo, a sua volta, è correlato alla diminuzione del rischio di aterosclerosi, mentre sono ancora incerti i legami con le malattie cardiovascolari.
Completano il profilo nutrizionale del cocco le fibre (circa 9 g su 100 g) e i micronutrienti come vitamina C, aniacina, manganese, potassio, fosforo e magnesio. Il cocco è inoltre una fonte di fitosteroli, citochine ed enzimi diversi. Le citochine, in particolare, sono contenute nell’acqua di cocco – nota per le sue proprietà dissetanti – e sono sostanze riconosciute come antiossidanti, antitumorali e antitrombotiche.
L’acqua di cocco è a sua volta diventata molto popolare perché ha pochissimi grassi e calorie, è priva di colesterolo e contiene minerali quali sodio, potassio, magnesio e calcio, che ne fanno un ottimo “integratore naturale” soprattutto dopo l’attività fisica o in condizioni di forte caldo.
I nutrienti presenti nel cocco, inoltre, aiutano la digestione e il metabolismo, ovviamente nel contesto di un’alimentazione che segua un corretto apporto nelle quantità di cibo e il consumo di una varietà di alimenti sufficientemente ampia. Gli acidi grassi a catena media riducono inoltre il senso di fame, aumentando il senso di sazietà. Il cocco può essere consumato in ogni fase della vita perché risulta adatto a tutti: dai bambini in crescita, alle donne in gravidanza (alle quali talvolta viene consigliato), agli anziani. L’unica accortezza nel consumo, posto che non ci sono casi noti di allergia a questo frutto.
Cocco: proprietà e benefici
Come abbiamo visto, i prodotti derivati dal cocco sono molti e a ciascuno sono associate virtù e benefici specifici.
Oltre al consumo del frutto fresco, meno comune dalle nostre parti per le difficoltà di trasporto e mantenimento del frutto, possiamo ricordare anche l’olio di cocco, un olio vegetale ad alto punto di fusione utilizzato – liquido o solido – per la preparazione di dolci 100% vegetali o vegani, per la cottura e per la frittura, ma anche per la fabbricazione di saponi e colle. All’olio di cocco sono associate anche proprietà cosmetiche: si tratta infatti di un ottimo emolliente, ideale per la cura dei capelli e della pelle secca. Viene utilizzato inoltre nei prodotti per la rasatura e nelle creme abbronzanti. Può essere utilizzato come struccante per rimuovere delicatamente il make-up, come detergente per il viso, e anche come balsamo o maschera per capelli.
L’olio di cocco – puro o con aggiunta di oli essenziali – viene anche utilizzato per la tecnica dell’oil pulling, che consiste in risciacqui della bocca prolungati (circa 10-20 minuti), in modo da rimuovere placca e batteri. Questa tecnica pare migliorare la salute dei denti e in alcuni soggetti ha anche effetti positivi sull’aspetto del sorriso, essendo un blando sbiancante.
La polpa di cocco essiccata può essere anche frantumata, grattugiata (il cosiddetto cocco rapé) e ridotta in farina, a sua volta utilizzata come base per dolci e altri piatti senza glutine. Viene anche utilizzata per la produzione di bevande senza lattosio (come Avena Cocco Drink di Céréal), e per il cosiddetto latte di cocco (più ricco in grassi rispetto alle bevande).
Come abbiamo già accennato, il liquido contenuto all’interno della noce di cocco è una bevanda con un elevato potere idratante, grazie alle vitamine e minerali di cui è ricca.
Come aprire e pulire la noce di cocco
La noce di cocco è legnosa e coriacea e in quanto tale molto difficile da rompere: la pianta si è evoluta così in modo da resistere alle intemperie e alle cadute e preservare così la possibilità di riprodursi.
Questo però si traduce in un ostacolo al suo uso alimentare da parte nostra, ostacolo che abbiamo imparato ad aggirare in vari modi. Comunemente la noce di cocco si apre usando un martello e un cacciavite pulito: per evitare disastri in cucina, servono pazienza e qualche accorgimento.
Innanzitutto, bisogna individuare i tre “occhi”, le tre rientranze più morbide. Appoggiando in corrispondenza di questi il cacciavite, bisogna colpire il fondo di quest’ultimo con il martello. Ripetere per ogni rientranza.
A questo punto si potrà far uscire la preziosa acqua di cocco contenuta nella noce, raccogliendola in una tazza. Quindi, adagiando il frutto sul lato più lungo si potrà individuare una linea che divide in due la noce: puntando il cacciavite in corrispondenza di questa, e colpendolo con il martello, la noce di cocco dovrebbe aprirsi in due. Se non succede, si può ripetere l’operazione sull’altro lato.
In questo modo, oltre a poter ricavare la massima quantità di polpa e di acqua di cocco, si potrà anche salvare il guscio e utilizzarlo come decorazione o – dopo averlo ripulito e fatto asciugare rivolto verso il basso per una settimana – come ciotola.
Per ottenere la polpa, da mangiare fresca o utilizzare in altre preparazioni, basterà posizionare un cucchiaio tra la polpa e il guscio e staccarla con pazienza. In alternativa, si può incidere la polpa con un coltello e staccarla poi a piccoli pezzi. Se questa operazione dovesse risultare difficoltosa, è possibile anche usare il forno: lasciando il frutto a 170° per circa un’ora la polpa si ritirerà più facilmente.
Come usare il cocco in cucina
La principale caratteristica del cocco in cucina è la sua versatilità. Essendo naturalmente dolce, aiuta a limitare l’uso dello zucchero nei dolci; in farina dona consistenza e volume a preparazioni senza glutine; il suo latte è perfetto per preparare piatti salati e speziati; l’olio si presta alla pasticceria vegan e a numerose preparazioni salutari.
Il latte di cocco ha una consistenza oleosa e grassa che ricorda molto da vicino quella della panna vaccina (infatti si presta anche ad essere montato a neve per decorare dolci e pasticcini). Si può usare per cuocere pollo, tofu o ceci insieme a spezie come curry e garam masala: aggiungete verdure come zucca, cavolfiore, patate o zucchine e lasciate rapprendere, diventerà un piatto delizioso, da accompagnare con riso basmati. Oppure insieme a lemongrass e salse piccanti diventa la base per ottime zuppe in stile thai.
Il cocco rapé non è altro che polpa di cocco essiccata e poi tritata o grattugiata, in scaglie di diversa grandezza. Si usa per dolcetti come i tartufini al cocco (da fare impastando ricotta, cocco rapé e cacao), praline ricoperte e decorazioni per tortine, ma anche come panatura per pollo e gamberi, in alternativa al classico pangrattato.
Quando la polpa di cocco viene ridotta in polvere finissima si ottiene la farina di cocco: da provare nelle torte, insieme alla farina di grano o al posto di questa per chi segue un’alimentazione senza glutine. È leggera e conferisce un delizioso aroma di cocco a tutte le preparazioni. Da provare l’abbinamento con lime o limone per creare una glassa delicata (si ottiene mescolando una tazza di farina con un cucchiaio di succo di agrume e qualche goccia d’acqua).
Infine, il cocco in scaglie (si tratta sempre di polpa essiccata) può essere consumato come snack energetico o mescolato a fiocchi d’avena, frutta essiccata e frutta a guscio per ottenere una granola gustosa e perfetta per la colazione. Basterà mescolare il tutto con sciroppo d’acero e olio di cocco, infornare per 40 minuti a 150°, mescolando di tanto in tanto, e conservare in un barattolo di vetro o di latta.
[1] Famurewa AC, Maduagwuna EK, Folawiyo AM, Besong EE, Eteudo AN, Famurewa OA, Ejezie FE. Antioxidant, anti-inflammatory, and antiapoptotic effects of virgin coconut oil against antibiotic drug gentamicin-induced nephrotoxicity via the suppression of oxidative stress and modulation of iNOS/NF-ĸB/caspase-3 signaling pathway in Wistar rats. J Food Biochem. 2020 Jan;44(1):e13100. doi: 10.1111/jfbc.13100. Epub 2019 Nov 12. PMID: 31721240.
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